A Vibo Marina celebrata la giornata in ricordo delle vittime del Covid, con una cerimonia che ha richiamato nel piazzale della scuola i bambini dell’Amerigo Vespucci. Tre alberi di ulivo e una targa in memoria di chi ha perso la sua battaglia contro un virus che continua mietere vittime. «È il 15esimo giardino della memoria», afferma il presidente dell’Associazione Valentia, Anthony Lo Bianco, promotore insieme al gruppo Pubbliemme-LaC dell’iniziativa. «Gli alberi di ulivo rappresentano la speranza e la rinascita per un Paese che ha perso troppe vite umane. Persone, non numeri», ha chiosato.
Gli alberi della speranza sono stati piantumati dal direttore editoriale Maria Grazia Falduto, dall’editore Domenico Maduli e dal maggiore Rocco Pelle del gruppo carabinieri forestale di Vibo Valentia. Sullo sfondo le note dei Queen eseguite dall’orchestra giovanile dell’Amerigo Vespucci, magistralmente diretta da Andrea Mamone. È toccato ai più piccoli piantare intorno all’area verde fiori colorati come simbolo di speranza e di rinascita. «Siamo oramai sommersi dalle parole – ha commentato Domenico Maduli – ma sono le azioni che contano davvero e cambiano le cose. I bambini sono il punto di partenza di tutto. Solo grazie a loro – ha concluso – il mondo può cambiare in meglio, e sono loro, con la tensione al futuro che li caratterizza, i nostri veri insegnanti».
Ai bambini è andato anche il pensiero del direttore della testata giornalistica di LaC Pasquale Motta, che ha sottolineato il rapporto tra i ragazzi e i loro nonni, in un momento storico che ha reso drammatica la distanza tra generazioni, alle quali spesso è stato negato anche un ultimo abbraccio. «Tante famiglie – ha detto Motta – hanno pagato un prezzo altissimo al Covid, perdendo le persone più anziane che rappresentano le fondamenta su cui vengono edificati i nuclei familiari, soprattutto qui in Calabria. I bambini questo lo sanno e lo percepiscono, perché ai nonni sono legati da una quotidianità che altrove, in altri contesti sociali ed economici, non c’è più da tempo». Un pensiero a quanti non ce l’hanno fatta è stato rivolto anche da Maria Grazia Falduto che ha lanciato un «messaggio di rinascita e di speranza affinché si possa presto tornare a una quotidianità bruscamente interrotta dal virus».